Attenzione se hai un buono fruttifero cointestato: ecco chi può riscuoterlo davvero

I buoni fruttiferi postali cointestati sono strumenti di investimento garantiti dallo Stato, emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti attraverso Poste Italiane, e rappresentano una soluzione sicura per chi desidera incrementare il proprio capitale nel tempo. La particolarità di questi titoli è che possono essere intestati a due, tre o quattro persone, offrendo una flessibilità gestionale che può risultare vantaggiosa, ma anche fonte di dubbi e insidie, soprattutto al momento della riscossione delle somme maturate.

Regole fondamentali della cointestazione

La cointestazione dei buoni fruttiferi postali permette a più soggetti di figurare contemporaneamente come titolari dello stesso investimento. Secondo la normativa attuale, non è ammessa la cointestazione tra maggiorenni e minorenni, né tra soli minorenni; dal 5 ottobre 2003, queste opzioni sono state escluse dalle possibili combinazioni. Il numero massimo di cointestatari ammesso è quattro.

Nella pratica, al pari degli altri strumenti finanziari garantiti dallo Stato, i buoni fruttiferi offrono la sicurezza della restituzione del capitale e degli interessi maturati nel tempo, secondo le condizioni stabilite al momento della sottoscrizione. Gli interessi non sempre sono particolarmente elevati, ma la stabilità e la protezione del capitale sono elementi particolarmente apprezzati da chi sceglie questo tipo di investimento.

La clausola “CPFR”: cos’è e come funziona

Il dettaglio principale da controllare quando si parla di riscossione di buoni cointestati è la presenza della clausola “CPFR”, ovvero Con Pari Facoltà di Rimborso. Questa clausola è determinante perché attribuisce a ciascun cointestatario il diritto di incassare autonomamente l’intera somma contenuta nel buono, senza necessità di consenso degli altri cointestatari. Una scelta che presuppone estrema fiducia tra i titolari: chi si reca in posta per il rimborso non commette reato d’appropriazione indebita, operando entro le regole previste dal contratto di sottoscrizione.

La presenza della clausola CPFR si traduce concretamente nella possibilità di agire sempre singolarmente, anche negli eventuali casi di disagio tra i titolari. In assenza della CPFR, invece, si richiede la presenza o la firma di tutti i cointestatari per la riscossione del capitale e degli interessi, riducendo il rischio di operazioni non condivise ma complicando la gestione pratica.

Occorre ricordare che il sistema CPFR non è modificabile dopo la sottoscrizione: le condizioni scelte al momento dell’acquisto del buono fruttifero restano valide per tutta la durata del titolo.

Chi può riscuotere il buono dopo la morte di un cointestatario

Una delle questioni più delicate riguarda la successione in caso di decesso di uno dei cointestatari. Nonostante i timori che spesso emergono negli eredi, la disciplina dei buoni fruttiferi postali cointestati è chiara: la clausola CPFR resta valida anche dopo la morte di un titolare e ciascun cointestatario superstite conserva il diritto di riscuotere autonomamente il buono.

Questa regola trova conferma in una serie di sentenze dell’Arbitro Bancario Finanziario, il quale ha stabilito che il buono postale cointestato è equiparabile ai Titoli di Stato sotto il profilo fiscale e successorio. Pertanto, non viene trattato come un bene immobiliare soggetto a divisione ereditaria, ma piuttosto come un titolo facilmente liquidabile dagli intestatari rimasti in vita.

Soltanto nel caso in cui tra gli eredi del defunto ci siano tensioni o mancanza di accordo sulla ripartizione delle somme, può essere avviata una sospensione del titolo da parte di Poste Italiane, fino a che non si raggiunga una soluzione condivisa tra le parti. Una procedura che può prolungarsi nel tempo e che talvolta viene risolta tramite intervento giudiziario.

Gestione pratica della riscossione: possibilità e rischi

Il vantaggio principale della riscossione disgiunta garantita dalla clausola “CPFR” è la rapidità e semplicità dell’operazione: chiunque tra i titolari può presentarsi autonomamente allo sportello delle Poste, senza dover coinvolgere gli altri intestatari. Tuttavia, questa facoltà comporta anche dei rischi gestionali, specie quando non si è certi della reale fiducia tra i cointestatari. Se, infatti, uno di loro decide di ritirare la somma all’insaputa degli altri, la condotta risulta perfettamente regolare dal punto di vista legale.

Nel caso di riscossione anticipata rispetto alla scadenza del buono, bisogna fare attenzione: gli interessi potrebbero non essere completamente maturati, e la somma liquidata potrebbe risultare inferiore rispetto a quanto preventivato all’atto della sottoscrizione.

In presenza di più eredi – nei casi in cui il defunto aveva una quota del buono, ma i cointestatari rimasti in vita non sono gli unici eredi legittimi – occorre coinvolgere tutti i titolari del diritto alla successione. In mancanza di accordo, l’erogazione delle somme corrispondenti alla quota del defunto può essere sospesa fino alla risoluzione della controversia.

È importante sottolineare che, anche in questi casi, ciascun coerede ha diritto di far valere la propria quota di credito, rivolgendosi se necessario all’Arbitro Bancario Finanziario per tutelare i propri diritti individuali.

Consigli pratici per chi possiede un buono cointestato

  • Verifica la presenza della clausola CPFR sul buono: è il primo elemento da accertare per sapere chi può realmente riscuotere la somma.
  • Accordo tra cointestatari: se non sussiste la clausola CPFR, la collaborazione tra titolari è indispensabile per ogni operazione.
  • Attenzione alle successioni: nel caso di morte di uno dei cointestatari, verifica la composizione degli eredi e preparati a gestire possibili controversie, specie se non sei l’unico beneficiario.
  • Documenti sempre in regola: in caso di richiesta di rimborso, soprattutto per successione, assicurati di presentare certificati di morte, dichiarazione di successione e tutti i documenti richiesti da Poste Italiane.
  • Rivolgiti a esperti o all’ABF: in presenza di conflitti, il supporto di consulenti o dell’Arbitro Bancario Finanziario può essere determinante.

In sintesi, i buoni fruttiferi postali cointestati sono strumenti sicuri, ma la vera chiave di gestione efficace risiede nella comprensione delle regole di rimborso e nella scelta consapevole della clausola. L’autonomia riservata dal sistema CPFR può risultare vantaggiosa per chi vuole semplificare le procedure, ma comporta anche l’onere di una fiducia reciproca assoluta. In caso di successione, la normativa è chiara e tutela in modo simmetrico sia i cointestatari superstiti sia gli eredi del defunto. Per tutti, resta essenziale mantenere la massima vigilanza nella conservazione dei titoli e nella gestione dei rapporti tra i titolari, evitando sorprese e spiacevoli controversie.

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