Le agenzie di money transfer sono entrate prepotentemente nel mirino delle autorità di vigilanza e dei legislatori italiani ed europei, a causa dei rischi connessi al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo. Questi servizi, nati per facilitare le rimesse di fondi, si sono trasformati in uno dei principali punti di attenzione strategica per il contrasto alle attività illecite che sfruttano i canali della movimentazione veloce e non tracciata di capitali.
Il quadro normativo e le nuove criticità
Negli ultimi anni, il panorama normativo ha subito profondi cambiamenti con l’obiettivo di rafforzare i presìdi antiriciclaggio. In Italia, le disposizioni del decreto legislativo n. 231 del 2007 rappresentano la base della disciplina relativa alla prevenzione e gestione dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Recenti modifiche – come quelle previste dall’articolo 11 del decreto-legge n. 95 del 2025 – hanno ampliato gli obblighi di controllo anche verso operatori non tradizionali, come i prestatori di servizi per le cripto-attività, ma le money transfer rimangono al centro delle preoccupazioni delle autorità competentiantiriciclaggio.
L’Italia si è allineata progressivamente alle normative europee, in particolare alla IV Direttiva sulla prevenzione del riciclaggio e alle più recenti raccomandazioni del GAFI, che puntano a uniformare gli standard di controllo e rendere il sistema più impermeabile agli abusi.
Obblighi antiriciclaggio e procedure operative
Le agenzie di money transfer, siano esse italiane o succursali di operatori comunitari, sono soggette a una serie articolata di obblighi, che includono:
- Adeguata verifica della clientela
- Valutazione e gestione del rischio
- Creazione e aggiornamento del fascicolo cliente
- Conservazione della documentazione
- Tenuta dell’archivio unico informatico
- Trasmissione dei dati aggregati all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF)
- Segnalazione delle operazioni sospette
- Comunicazione delle violazioni relative al limite d’uso del contante
- Formazione specifica agli operatori in materia di controlli interni e antiriciclaggio
Questi adempimenti sono pensati per arginare le attività fraudolente e consentire una più semplice individuazione delle anomalie. In caso di irregolarità o insufficienti misure di prevenzione, la UIF e le altre autorità di vigilanza possono avviare procedimenti sanzionatori e trasmettere le segnalazioni alle procure per eventuali azioni penali. Si tratta di un sistema che integra controlli sia a livello interno alle società, sia a livello di supervisione pubblica e giudiziaria, coinvolgendo anche la Banca d’Italia, l’OAM e il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza.
Asimmetrie regolamentari e rischi residui
Malgrado gli sforzi normativi, spesso si riscontra un’asimmetria tra le pratiche di controllo applicate dalle diverse agenzie. Gli operatori che agiscono in regime di “passaporto UE” – ossia che operano in Italia sotto autorizzazione rilasciata in altri paesi membri – sono soggetti principalmente alla disciplina del paese d’origine. Questo principio, noto come “home country control”, crea un terreno fertile per il rischio di arbitraggi regolamentari. Le recenti revisioni del Titolo II, Capo V, dello schema di decreto attuativo della IV AMLD, impongono agli istituti di pagamento, compresi gli agenti e i convenzionati, di implementare procedure di controllo più rigorose e uniformi.
Nonostante queste evoluzioni, persistono zone d’ombra. In particolare, la rete distributiva e il mercato delle rimesse di denaro continuano a presentare criticità in termini di trasparenza e tracciabilità. Gli strumenti di pagamento elettronico, come le carte prepagate, stanno sostituendo progressivamente il contante, ma anche questi dispositivi possono essere sfruttati per finalità illecite se non adeguatamente regolamentati.
Indirizzi futuri e azioni dell’Unità di Informazione Finanziaria
L’Unità di Informazione Finanziaria, in collaborazione con le altre autorità di vigilanza, ha orientato le recenti attività ispettive proprio attorno alle agenzie di money transfer. Gli ultimi rapporti evidenziano come le linee di intervento attuate abbiano consentito di presidiare in modo più efficace il rischio di utilizzo illecito dei canali di trasferimento e di migliorare la capacità di individuazione delle operazioni sospette. Tuttavia, i risultati concreti richiedono che questi presidi siano accompagnati da misure equivalenti anche per gli altri strumenti di movimentazione di fondi, come le criptovalute e i metodi di pagamento elettronici.
Il controllo sulle agenzie di money transfer, infatti, non può prescindere da un approccio olistico che coinvolga anche la dimensione internazionale. Le segnalazioni e le sanzioni non sono circoscritte all’ambito amministrativo; la UIF, in seguito ai controlli e alle segnalazioni, informa le procure competenti e condivide i risultati delle indagini con le autorità di vigilanza estere, così da evitare che le dinamiche illecite si spostino semplicemente in altri paesi in assenza di una coordinata azione transnazionale.
Recenti revisioni delle linee guida FATF (Financial Action Task Force) mirano proprio a rafforzare la capacità degli operatori di affrontare le nuove sfide, dovute all’evoluzione dei modelli di pagamento digitale e alla crescente sofisticazione delle tecniche utilizzate per il riciclaggio internazionale. La sorveglianza sarà sempre più basata su sistemi informatici avanzati e strumenti di intelligenza artificiale, capaci di riconoscere comportamenti anomali e correlare enormi volumi di dati in tempo reale.
In sostanza, il settore delle agenzie di money transfer si trova oggi di fronte a una profonda evoluzione regolamentare e culturale. L’attenzione delle autorità è rivolta sia all’adeguamento dei processi interni, sia all’uniformità dei controlli tra operatori nazionali e internazionali, per evitare che il money transfer continui ad essere una delle principali vie di accesso al sistema finanziario per le organizzazioni criminali e terroristiche. Il futuro del settore dipenderà dalla capacità di bilanciare efficienza operativa e trasparenza, tramite la costante integrazione di nuovi strumenti di controllo e la collaborazione tra istituzioni europee e internazionali.