Conti correnti che promettono interessi alti senza rischio: ecco cosa sono e se convengono davvero

Negli ultimi anni, sempre più banche e fintech hanno introdotto conti correnti remunerati che promettono interessi elevati su somme depositate, puntando a un pubblico interessato a far fruttare la liquidità senza vincolarla né rischiarla in investimenti complessi. Questi strumenti vengono spesso pubblicizzati come soluzioni “senza rischio”, capaci di conciliare rendimento, accessibilità e sicurezza. Tuttavia, per valutare se realmente convengano è necessario comprendere a fondo il loro funzionamento, le promesse di rendimento e i relativi rischi.

Come funzionano i conti correnti remunerati

Un conto corrente remunerato è una particolare tipologia di conto che, a differenza di quello ordinario, offre interessi sulle somme depositate. La caratteristica distintiva consiste proprio nella remunerazione delle giacenze: ogni euro lasciato sul conto produce un piccolo guadagno, calcolato in base a un tasso di interesse fissato dall’istituto di credito. La liquidità rimane totalmente disponibile, pertanto il cliente può eseguire tutte le operazioni tipiche di un conto tradizionale, come versamenti, prelievi, pagamenti e domiciliazione delle utenze, senza alcun vincolo temporale o penale per lo smobilizzo anticipato dei fondi.

Rispetto ai conti deposito, nei quali il denaro viene vincolato per un determinato periodo in cambio di rendimenti generalmente più alti, la versione a remunerazione libera offre maggiore flessibilità e si adatta a chi cerca una soluzione di liquidità sempre accessibile, senza penalizzazioni o condizioni restrittive.

La promessa di “interessi alti” e la realtà del rischio

La promessa di ricevere interessi elevati senza rischio necessita di essere analizzata con attenzione. In un contesto di tassi di interesse generalmente contenuti nel mercato bancario tradizionale, un conto corrente “senza rischio” che promette davvero rendimenti fuori mercato dovrebbe far scattare qualche segnale d’allarme.

Oggi alcuni operatori propongono tassi lordi fino al 2,88% sulle giacenze libere (come Scalable Capital), o particolari promo digitali (BBVA, ExtraBanca, Findomestic), con operatività spesso interamente online e zero vincoli sulle somme. Esistono addirittura offerte che arrivano a pubblicizzare rendimenti fino a 4,3% lordo su fondi non investiti tramite piattaforme fintech innovative, anche con interesse calcolato giornalmente. Tuttavia, è fondamentale distinguere tra:

  • Tasso lordo e netto: il rendimento pubblicizzato è quasi sempre lordo; bisogna sottrarre la tassazione sugli interessi (26%) e l’imposta di bollo (0,20%) sul capitale.
  • Assenza di vincoli: spesso i migliori tassi si ottengono solo se si accettano vincoli temporali, mentre sui conti a disponibilità immediata gli interessi sono più bassi.
  • Solidità della banca: scegliere solo istituti affidabili che aderiscono al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, il quale protegge fino a 100.000 euro per depositante in caso di fallimento della banca.
  • Costi extra: commissioni di gestione, prelievo, depositi in valuta estera o servizi accessori che possono ridurre il rendimento reale.

Tutti i vantaggi e i limiti reali

I principali vantaggi di questi strumenti sono legati a:

  • Flessibilità e accessibilità: saldo disponibile senza penalità, gestione digitale avanzata, accoppiamento con carte di pagamento e servizi online.
  • Rendimento continuo, ancorché modesto rispetto a investimenti più rischiosi.
  • Sicurezza: aderendo al fondo di tutela depositi, il capitale fino a 100.000 euro (per banca) è protetto.
  • Zero costi di apertura nelle offerte più moderne, spesso con promozioni per nuovi clienti.

Di contro, emergono alcuni limiti e criticità:

  • Rendimento limitato: anche nei casi migliori, il guadagno resta di poche decine di euro l’anno sulle cifre inferiori a 10.000 euro, dedotte imposte e costi.
  • Nessuna alternativa all’inflazione: in periodi di inflazione alta, il rendimento netto è inferiore all’erosione causata dal caro-vita.
  • Falsa illusione “zero rischio”: se il tasso è davvero fuori mercato è necessario approfondire le condizioni del prodotto e la solidità dell’emittente. Inoltre, promesse di alto rendimento senza alcuna esposizione al rischio sono spesso indice di proposte non trasparenti o rischiose.

Conti remunerati vs. altre soluzioni: quale conviene davvero?

Prima di scegliere un conto corrente remunerato o un deposito libero, è utile confrontarli con altri strumenti di gestione della liquidità:

  • Conto deposito vincolato: offre in genere i massimi rendimenti (fino a 4,3% lordo), ma blocca le somme per 6, 12 o 18 mesi. In caso di svincolo anticipato, si perdono quasi sempre tutti (o parte) degli interessi maturati.
  • Conto deposito non vincolato: rende meno di quello vincolato ma la disponibilità delle somme è totale. Il rendimento però resta al di sotto del conto vincolato e solo di poco superiore a quello di un buon conto corrente remunerato.
  • Titoli di Stato a breve termine: sono generalmente considerati altamente sicuri e offrono rendimenti in linea o superiori rispetto ai migliori conti remunerati, ma richiedono una minima struttura di investimento e danno luogo a minusvalenze o plusvalenze in caso di vendita anticipata.
  • Strumenti fintech e cash management: le piattaforme digitali talvolta presentano tassi promozionali molto alti per attrarre nuovi clienti, però bisogna verificare le condizioni, la durata del tasso garantito e la reale disponibilità delle somme.

Quando conviene e per chi?

Il conto corrente remunerato si dimostra una soluzione ottimale:

  • Per chi vuole mantenere sempre disponibile la liquidità (esigenze di emergenza, spese improvvise, pagamenti frequenti).
  • Per chi detiene modesti importi e non vuole esporsi a rischi di mercato.
  • Per chi preferisce la semplicità e la trasparenza, senza vincoli o operazioni di investimento aggiuntive.

Non è invece la soluzione ideale per chi cerca di proteggere il proprio capitale dall’inflazione o mira a rendimenti elevati: in tal caso, valutare l’allocazione verso prodotti finanziari a maggiore rischio e rendimento può essere più sensato.

Va inoltre sottolineato che la combinazione di interessi alti e assenza totale di rischio resta, di fatto, un ossimoro dal punto di vista finanziario: dove il rendimento cresce, inevitabilmente aumenta anche il rischio associato, sia pure mitigato da strumenti di garanzia e vigilanza. A titolo di esempio, la sicurezza di questi conti è data soprattutto dall’accesso al fondo di garanzia dei depositanti e dalla solidità patrimoniale della banca, oltre che dalla regolamentazione bancaria vigente nell’Unione Europea.

Conclusioni operative: attenzione alle offerte troppo vantaggiose

In sintesi, i conti correnti remunerati sono strumenti interessanti per la gestione della liquidità, offrendo una piccola remunerazione rispetto ai conti tradizionali, senza immobilizzare il capitale e senza rischi diretti sul breve termine. Tuttavia, il concetto di “interesse alto senza rischio” in ambito bancario deve essere valutato con scetticismo: rendimenti realmente elevati e zero rischio non esistono, esistono invece compromessi tra sicurezza, accessibilità e guadagno.

La vera convenienza di questi prodotti va misurata dopo aver considerato:

  • Tasso netto effettivo (detratte tasse e costi ricorrenti)
  • Flessibilità e servizi accessori
  • Solidità dell’istituto (presenza nel Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi)
  • Reali necessità del risparmiatore

Prima di aderire a qualunque offerta, specialmente se la pubblicità promette rendimenti molto superiori alla media di mercato, è indispensabile leggere attentamente tutte le condizioni contrattuali, verificare i rating dell’istituto di credito e, in caso di dubbio, consultare un consulente finanziario. Solo così sarà possibile individuare il miglior equilibrio tra rendimento, sicurezza e libertà di utilizzo delle proprie somme in rapporto ai propri obiettivi finanziari personali.

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