Attenzione ai gerani: ecco la temperatura minima che li uccide durante l’inverno

I gerani, tra le piante ornamentali più diffuse per balconi e terrazzi, sono noti per la loro robustezza e capacità di fiorire a lungo nella stagione calda. Tuttavia, proprio durante l’inverno occorre prestare particolare attenzione, poiché sono molto sensibili al freddo e non sopportano temperature rigide senza adeguate protezioni. La temperatura minima che può risultare letale per questi vegetali rappresenta un’informazione cruciale per chi desidera conservarne la salute e la vitalità fino alla primavera successiva.

La soglia critica delle basse temperature per il geranio

I gerani interrompono la crescita e mostrano evidenti segni di sofferenza già quando la temperatura scende sotto i 5°C. Se le condizioni si fanno ancora più rigide, tra 4°C e 0°C, la pianta può iniziare a soffrire, mostrando appassimento e disseccamento fogliare. Il limite estremo e spesso fatale per il geranio si raggiunge quando la colonnina di mercurio scende sotto lo zero. In questa fascia, si verificano frequentemente danni gravi ai tessuti vegetali, come necrosi delle foglie e dei giovani fusti, fino a portare anche alla morte della pianta, specie se l’esposizione al gelo è prolungata o ripetuta più volte nello stesso inverno.

Questa particolare sensibilità si spiega facilmente osservando l’origine del Pelargonium — nome botanico del geranio — che proviene da aree a clima mite dell’Africa meridionale, dove le escursioni termiche sono generalmente contenute. Nel panorama delle specie ornamentali coltivate in Italia, solo alcune varietà di pelargoni ibridi riescono a tollerare con successo temperature prossime allo zero, ma in genere tutti i gerani sono da considerare delicati nei confronti del gelo.

Le strategie per la protezione invernale dei gerani

Durante i mesi freddi, chi possiede gerani in vaso o in fioriera deve adottare alcune semplici accortezze che possono essere decisive per la sopravvivenza delle piante. La prima regola fondamentale è non lasciare mai le piante all’aperto se si prevedono gelate notturne: questo vale soprattutto nelle zone temperate o continentali del Nord e del Centro Italia, dove le basse temperature notturne sono la norma tra dicembre e febbraio.

Vediamo alcune delle migliori pratiche di protezione dal freddo:

  • Trasferimento al riparo: se possibile, spostare i vasi in una zona protetta come una serra fredda, un balcone chiuso, una veranda o anche semplicemente accostare le piante a un muro esposto a ovest o sud, che accumula e irraggia calore durante il giorno.
  • Copertura delle piante: per chi non ha spazio interno disponibile, è consigliabile utilizzare tessuti-non-tessuto o teli antigelo, che permettono una buona traspirazione ma trattengono il calore accumulato durante il giorno, impedendo ai cristalli di ghiaccio di danneggiare i tessuti più delicati.
  • Sollevare i vasi da terra: è opportuno isolare le piante dal pavimento gelido utilizzando pallet di legno o cassette, poiché la trasmissione del freddo dal suolo può essere letale, soprattutto in caso di pioggia e successive gelate.
  • Moderare le annaffiature: il terriccio troppo umido favorisce il ristagno e il congelamento, due fattori che incrementano il rischio di marciumi radicali e danni irreversibili alle radici.

Conservazione in luoghi chiusi: temperature e requisiti ambientali

Una soluzione molto valida, soprattutto per chi coltiva molti gerani, consiste nello svernamento in ambienti chiusi. In queste condizioni bisogna però rispettare alcune regole per garantire la sopravvivenza e il successivo risveglio primaverile delle piante:

  • Il locale prescelto (soffitta, cantina, garage non riscaldato) deve mantenere una temperatura compresa tra i 5°C e i 10°C, range ideale per impedire sia il congelamento sia una eccessiva ripresa vegetativa fuori stagione.
  • Limitare la luce: la quasi totale assenza di luminosità non costituisce un problema per i gerani in riposo, anche se in ambienti leggermente illuminati è possibile mantenere una temperatura più elevata (fino a 15°C), senza però superare tale valore per non indurre la pianta a riprendere troppo presto le funzioni vegetative.
  • Le annaffiature vanno ridotte al minimo indispensabile, quanto basta per evitare che il pane di terra si secchi completamente.

Nel riaccomodare i gerani al riparo, si raccomanda anche una potatura delle parti secche o indebolite, così da favorire una migliore aerazione e diminuire i rischi di sviluppo di muffe e patogeni.

Segnali di sofferenza e danni da freddo

Un attento osservatore noterà facilmente i primi segni di sofferenza legati a temperature troppo basse. La crescita si arresta, le foglie ingialliscono, si accartocciano o cadono anticipatamente. In caso di esposizioni a gelo intenso, alcune parti della pianta possono diventare molli e scure, sintomo di danneggiamento dei tessuti a causa dei cristalli di ghiaccio intracellulari. Nei casi peggiori, a seguito di più notti consecutive sottozero, il geranio può non riuscire più a riprendersi e marcire fino alle radici.

Per questo motivo è fondamentale conoscere la resistenza al freddo della singola varietà di geranio coltivata e intervenire preventivamente, mettendo in pratica tutte le tecniche di protezione invernale.

Quando acquistare e sistemare i gerani

Si suggerisce agli appassionati di non acquistare i gerani troppo presto in primavera, quando ancora vi sono rischi di gelate tardive. Meglio attendere il ritorno di temperature minime stabilmente sopra i 10°C per evitare inutili stress alle nuove piante appena ambientate.

Infine, nei mesi di settembre e ottobre, conviene pianificare in anticipo la sistemazione invernale, scegliendo con attenzione il luogo in cui collocare i vasi e definendo la strategia più adeguata in base al proprio clima di residenza.

Agire tempestivamente e correttamente è la chiave per ritrovare, in primavera, gerani vigorosi, pronti a fiorire nuovamente e ad abbellire i nostri spazi esterni.

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