Con l’avanzare dell’età è fondamentale monitorare con attenzione i valori del colesterolo, poiché il rischio cardiovascolare tende ad aumentare. Arrivati a 60 anni diventa particolarmente importante non superare certi limiti, così da evitare complicanze come infarto o ictus. Diversi studi e linee guida sottolineano la necessità di mantenere sotto controllo i diversi indicatori della colesterolemia, che si misurano principalmente attraverso colesterolo totale, colesterolo LDL (quello “cattivo”) e colesterolo HDL (quello “buono”).
I valori di riferimento dopo i 60 anni
Per definire se il colesterolo sia nei limiti giusti o meno, si fa riferimento a specifici valori raccomandati che rappresentano una tutela rispetto a possibili rischi per il cuore e le arterie. Gli ultimi aggiornamenti delle principali società scientifiche convergono su alcune soglie da non superare:
- Colesterolo totale: il valore ottimale dovrebbe essere inferiore a 190 mg/dL secondo le ultime linee guida, anche se molte fonti considerano accettabile una soglia fino a 199 mg/dL per adulti in buono stato di salute, mentre tra 200 e 239 mg/dL si entra in un’area di rischio contenuto; valori superiori a 240 mg/dL sono invece da considerarsi pericolosi perché associati a un rischio elevato di eventi cardiovascolari.
- Colesterolo LDL: il cosiddetto colesterolo “cattivo” deve idealmente restare al di sotto di 55 mg/dL nei casi di rischio molto elevato o dopo eventi cardiaci, anche se la soglia generale di riferimento negli over 60 rimane inferiore a 100–130 mg/dL. Soglie superiori determinano livelli crescenti di rischio. Da 130 a 159 mg/dL si parla di rischio moderato; oltre 160 mg/dL, il rischio sale rapidamente.
- Colesterolo HDL: rappresentando la quota “protettiva”, per essere considerato protettivo deve essere oltre i 40 mg/dL negli uomini e oltre 45–50 mg/dL nelle donne. Un valore ottimale è superiore a 60 mg/dL.
Per un individuo di questa fascia d’età, è importante mantenere tutti e tre questi parametri entro i limiti raccomandati. Il controllo dovrebbe essere annuale o più frequente secondo valutazione medica, soprattutto in presenza di ulteriori fattori di rischio come ipertensione, diabete, storia familiare di malattie cardiache o abitudini di vita poco salutari.
Implicazioni del colesterolo fuori target e raccomandazioni per la salute
Un livello di colesterolo fuori da questi parametri comporta un aumento esponenziale del rischio cardiovascolare, soprattutto per quanto riguarda il colesterolo LDL. Numerose ricerche collegano valori oltre 250 mg/dL per il colesterolo totale a un più elevato rischio di infarto e altre patologie arteriose. Il colesterolo LDL alto è la principale causa di aterosclerosi, ovvero la formazione di placche che restringono i vasi sanguigni e compromettono il flusso di sangue verso il cuore e il cervello.
Al contrario, un colesterolo HDL elevato rappresenta un fattore di protezione, in quanto facilita la rimozione dell’eccesso di colesterolo dalle arterie riducendo il rischio di ostruzioni. È essenziale quindi non sottovalutare nemmeno questa frazione, soprattutto nei soggetti che già presentano una predisposizione genetica o stili di vita a rischio.
Strategie per mantenere i valori nella norma dopo i 60 anni
La prevenzione e il mantenimento dei valori ematici entro i limiti ottimali richiedono l’adozione di una serie di buone abitudini quotidiane, che agiscono sia direttamente sui livelli di colesterolo che sul benessere complessivo dell’organismo:
- Attività fisica regolare: praticare almeno trenta minuti al giorno di attività aerobica (camminata, nuoto, bicicletta) aiuta a ridurre l’LDL, aumentare l’HDL e migliorare il controllo del peso corporeo.
- Alimentazione equilibrata: ridurre il consumo di grassi saturi e trans, evitando insaccati, fritture e prodotti industriali, e privilegiando alimenti ricchi di acidi grassi Omega-3 come il pesce azzurro, semi oleosi, frutta secca e olio extravergine di oliva. Includere frutta e verdura quotidianamente garantisce l’apporto di antiossidanti, vitamine e minerali utili.
- Controllo del peso: il sovrappeso rappresenta un ulteriore aggravante per i livelli di colesterolo nel sangue. Diminuire il girovita si associa a una riduzione significativa del rischio cardiovascolare.
- Gestione dello stress: pratiche come la meditazione o il training autogeno favoriscono il rilassamento e possono contribuire indirettamente al controllo dei parametri metabolici.
- Limitare alcol e abolire il fumo: queste due abitudini incidono direttamente sull’incremento dell’LDL e sulla riduzione dell’HDL.
Nei casi in cui le modifiche allo stile di vita non siano sufficienti, il medico può valutare l’introduzione di terapie farmacologiche specifiche, come le statine, che agiscono riducendo la produzione epatica di LDL. Tali decisioni sono sempre personalizzate in base all’insieme dei fattori di rischio e alle condizioni cliniche del paziente.
Importanza del monitoraggio regolare e delle valutazioni periodiche
Per chi ha varcato la soglia dei 60 anni, effettuare un controllo periodico del profilo lipidico è essenziale. Il test deve essere eseguito come minimo una volta l’anno, anche in assenza di sintomi evidenti, poiché il colesterolo tende a non dare segnali di allarme fino a quando i danni non sono già presenti. In presenza di valori fuori dai limiti o di altri fattori di rischio, il medico potrà decidere di aumentare la frequenza dei controlli.
L’esame del sangue valuta principalmente le tre tipologie di colesterolo menzionate, oltre ai trigliceridi, anch’essi indicativi per la salute cardiovascolare. Un’eventuale anomalia richiede un trattamento mirato e l’adesione a strategie di prevenzione personalizzate. Tali strategie, oltre a ridurre il rischio di eventi acuti come infarto o ictus, contribuiscono a mantenere una buona qualità della vita anche nella terza età.
Vanno sempre consultati gli specialisti in caso di dubbi o cambiamenti improvvisi nei valori riscontrati. Solo attraverso la valutazione completa e regolare si può adattare tempestivamente la strategia di prevenzione o cura.
Oltre al ruolo dei valori lipidici, la prevenzione delle patologie cardiovascolari dovrebbe appoggiarsi a una visione globale della salute, monitorando con attenzione anche pressione arteriosa, glicemia e funzione renale. Una stretta collaborazione tra paziente e professionista sanitario, combinata a un approccio proattivo, resta la soluzione migliore per vivere serenamente e ridurre al minimo i rischi associati al colesterolo alto.
L’importanza di conoscere e comprendere questi valori, personalizzando le strategie preventive o terapeutiche, è oggi supportata da approfondite ricerche cliniche e riconosciuta dalle principali linee guida della comunità medica internazionale. Solo così è possibile affrontare la terza età in piena salute, prevenendo le malattie cardiovascolari e garantendosi anni di benessere attivo.